Brevi news

Brevi news (50)

Le esportazioni pugliesi nel 2023 hanno superato i 10 miliardi di euro (10.139 milioni). Nell’ultimo decennio (2014 – 2023) esse sono cresciute ad un tasso medio annuo del 2,7%, con picchi del 10,4% (2019) e del 14,6% (2022). Nello stesso periodo il rapporto tra valore delle esportazioni e il PIL a prezzi correnti oscilla tra il 10,8 e l’11,8%, la quota sulle esportazioni nazionali tra 1,5% ed il 2,0%.

 

Il valore delle esportazioni attribuito ai 44 Sistemi Locali del Lavoro (SLL) nel 2021 ammonta a 7,5 miliardi di euro, in calo (-4,4%) rispetto al 2019. Il valore medio pro-capite è pari a circa 2.069 euro. Superano questo valore 10 SLL, quattro dei quali comprendono un centro capoluogo di provincia. Il SLL di Rutigliano risulta quello con il valore delle esportazioni pro-capite più elevato.

 

I SLL di Bari, Barletta, Taranto e Brindisi hanno realizzato circa il 60% delle esportazioni regionali. Le esportazioni del SLL di Bari sono pari a 2.205.135.280 di euro, pari al 31,3% del totale regionale.

 

Considerando il rapporto tra le esportazioni e il numero degli addetti al 2021, il SLL di Rutigliano rileva il valore più elevato (euro 33.352). Il valore medio è pari a euro 8.248. Superano tale soglia i SLL di Barletta, Casarano, Monopoli, Taranto, Foggia, Bari, Corato e Brindisi.

 

Da un confronto con il 2019 emerge che 23 dei 44 SLL hanno avuto una crescita delle esportazioni, in cinque di essi gli incrementi sono superiori al 50% (San Ferdinando di Puglia ,Corato, Manfredonia, Lucera e San Giovanni Rotondo). Nei Sistemi Locali di Lucera e San Giovanni Rotondo si osservano gli incrementi più elevati, rispettivamente del 154,4% e del 128,9%. Le contrazioni maggiori sono quelle dei SLL di Ugento (-71,6%), Gallipoli (-79,5%) e Otranto (-90,8%).

 

Per approfondire l’analisi dei dati è disponibile il data set in formato aperto dei valori dell’export dei Sistemi locali del Lavoro (a partire da 2017 fino al 2021 per ciascuno dei 44 Sistemi Locali del Lavoro pugliesi).

 

 

Fonte dei dati: ISTAT (esportazioni delle regioni, esportazioni dei SLL).

 

Infografica: Esportazioni dei SLL con i Paesi Partner

 

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L’Istat ha aggiornato l’Indice di Fragilità Comunale (IFC) all’anno 2021. Combinando dodici indicatori, riferiti alle principali dimensioni territoriali, ambientali e socio-economiche dei comuni, l’Indice determina 10 gruppi, associati ad una scala di valori da 1 (minima fragilità) a 10 (massima fragilità).

 

In Puglia cala il numero dei comuni con un IFC elevato (valori 8, 9 e 10: alta, molto alta e massima fragilità): nel 2021 l’Istat ne rileva 114 tra i 257 totali; nel 2019 erano 137 e 156 nel 2018. Nei 114 comuni più fragili risiede circa il 23% della popolazione pugliese.

 

I pugliesi che vivono nei comuni con i valori dell’Indice di fragilità più bassi (1 – minima fragilità, 2 – molto bassa, 3 – bassa) sono l’8,6% (erano il 4,6% nel 2018).

 

Nei comuni dove l’Indice assume valori intermedi (da 4 a 7) vive il 68,5% della popolazione pugliese, nel 2018 era il 58,3%: aumentano sensibilmente le quote di popolazione che risiede nei comuni con fragilità lieve (5) e medio alta (7).   

 

Tenendo conto del grado di urbanizzazione, che permette di distinguere i comuni tra  città, piccole città e zone rurali, la quota di popolazione che risiede nei comuni con IFC alta (8), molto alta (9) e massima fragilità (10) è pari al 60% nelle zone rurali; scende al 31% nelle piccole città ed al 4,2% nelle città.

 

Applicando la classificazione della Strategia Nazionale delle Aree Interne (SNAI), il valore dell’Indice è elevato (8, 9 e 10) in 77 dei 148 comuni pugliesi intermedi, periferici e ultraperiferici che compongono le Aree Interne. In questi 77 comuni più fragili risiede il 34,4% della popolazione della Aree Interne. Tra i 109 comuni “Centri” (6 polo, 6 polo intercomunale e 97cintura), 37 comuni cintura registrano un IFC elevato (vi risiede il 30% della popolazione della cintura).

 

Per approfondire l’analisi dei dati è disponibile il data set in formato aperto dell’Indice di fragilità comunale e degli indicatori che lo compongono (serie dei valori dal 2018 al 2021 per ciascuno dei 257 comuni pugliesi).

 

Fonte dei dati: ISTAT

 

Infografica: Indice composito di fragilità e sue componenti – comuni pugliesi (2018-2021)

 

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Secondo i dati forniti dall’ACI, in Puglia nel 2023 i veicoli circolanti risultano 3.216.681 (57.946 veicoli in più rispetto all’anno precedente, con una variazione positiva del +1,8 %). Il 77,3% dei veicoli è costituito da autovetture, l’11% da motocicli e il 7,9% da autocarri per il trasporto di merci; il restante 3,8% è rappresentato da altro genere di veicoli. Il 51,8% del parco veicolare pugliese fa capo alle province di Bari e Lecce.

Per quanto concerne le autovetture distinte per tipo di alimentazione, quelle a gasolio e a benzina rappresentano l’88,0% del totale (rispettivamente 53,9% a gasolio e 34,1% a benzina). Le auto ibride costituiscono il 2,3 %, mentre quelle elettriche lo 0,2%.

Il tasso di motorizzazione - numero di veicoli per 100 abitanti – è pari al 82,3 (+ 1,8 rispetto al valore del 2022). Questo indicatore assume il valore più elevato nei comuni fino a 10.000 abitanti, sia per l’insieme dei veicoli (all’ 87,1 ogni 100 abitanti), sia per le autovetture (66,5 ogni 100 abitanti). Nei comuni con una popolazione superiore ai 50.000 abitanti il tasso di motorizzazione assume il valore più basso (77,8 ogni 100 abitanti, per il totale dei veicoli; 60,5 ogni 100 abitanti per le autovetture).

Da un confronto con il 2019, si registrano incrementi del tasso di motorizzazione superiori a 10 punti percentuali in venti comuni; l’incremento maggiore si rileva nel comune di Alberona +14,8 punti percentuali. Di contro, solamente in 4 comuni si evidenziano contrazioni del tasso di motorizzazione, sono nell’ordine: Melpignano (-1,2), Carapelle (-2,6), Volturino (-4,9) e infine Zollino (-7,6).

 

La serie storica 2017-2023 dei dati sul parco veicolare è disponibile in formato aperto sul portale opendataipres al seguente link.

 

Fonte dei dati: ACI

Esplora i dati utilizzando l’infografica tableau: 

Parco veicolare: Tassi di motorizzazione 2017-2023

 

 

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In base ai dati dell’Osservatorio Regionale sul turismo, nel corso del 2023 gli arrivi in Puglia sono stati pari a circa 5 milioni e 400 mila persone con 18 milioni e 400 mila presenze. Rispetto all’ anno precedente si registrano 1 milione e 84 mila arrivi in più e circa 3 milioni di presenze in più.

 

La presenza straniera (30,8% del totale delle presenze turistiche nel 2023) ha fatto registrare un incremento del 21,1% rispetto al 2022, mentre un lieve incremento (1,7%) ha caratterizzato la presenza di italiani sul territorio pugliese.

 

Da un confronto con il 2019, si rileva un incremento complessivo del 25,6% degli arrivi e del 22,9% delle presenze. Di particolare rilevanza è l’incremento degli stranieri sia per gli arrivi (66,7%%) sia per le presenze (52,1%). Nei comuni con una popolazione superiore a 50.000 abitanti si è riscontrato un notevole incremento di stranieri sia in termini di arrivi (+ 76,4%) che di presenze (+ 71,4%) mentre l’incremento più consistente di presenze italiane (+16,9%) si è registrato nei comuni con una popolazione fino a 10.000 abitanti.

 

Superano la soglia delle 500.000 presenze turistiche (italiane e straniere) ben 13 Comuni che risultano così distribuiti: 6 nella provincia di Lecce, 2 nella provincia di Bari, 2 in quella di Foggia e 3 nella provincia di Brindisi.

 

Complessivamente questi 13 Comuni assorbono il 58,6% delle presenze turistiche. Ancora una volta Vieste si conferma la meta più ambita in termini di presenze turistiche (italiane e straniere) in assoluto, circa 2 milioni e 50 mila (+6,8% rispetto al 2019). Al secondo posto si colloca Bari con circa 1,4 milioni di presenze (+54,8%), al terzo posto Ugento con circa 913.000 presenze (+20,4% rispetto al 2019).

 

 

La serie storica 2013-2023 dei dati sui movimenti turistici è disponibile in formato aperto sul portale opendataipres.

 

Fonte dei dati: Osservatorio Regionale sul turismo.

 

Esplora i dati utilizzando l’infografica tableau: 

Arrivi e presenze (italiane e straniere) in Puglia

 

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In base ai recenti dati della Banca d’Italia di Bari, aggiornati al 31 dicembre 2023, in Puglia il numero di sportelli bancari (934) è diminuito rispetto all’anno precedente (- 24). Ad eccezione della provincia di BAT, che guadagna 1 sportello, infatti, le restanti 5 province sono tutte interessate dalla chiusura degli sportelli che risulta così distribuita: - 5 in provincia di Bari, - 8 in provincia di Lecce, - 7 in provincia di Foggia, - 4 in provincia di Taranto, - 1 in provincia di Brindisi.

 

Bari è la provincia con il maggior numero di sportelli (314), concentrati per circa un terzo nel Comune capoluogo (102). Gli sportelli bancari sono in media 2,4 ogni 10.000 residenti, con un range da un minimo di 2 sportelli ogni 10.000 residenti nei comuni con meno di 10.000 abitanti a 2,5 sportelli nei comuni con popolazione superiore a 25.000 abitanti.

 

I comuni di minore dimensione, dove l’indicazione del numero di sportelli consentirebbe la identificazione dell’istituto bancario, sono denominati “riservati” ed i dati, considerati sensibili, non sono resi pubblici.

In tutta la Puglia, gli impieghi ammontano a 35.656.738.000 di euro, i depositi sono pari a 46.569.378.000.

 

In particolare, nei comuni con una popolazione superiore a 50.000 abitanti, che rappresentano il 36% della popolazione totale regionale, si concentrano il 58% degli impieghi e il 55% dei depositi.

 

I valori pro-capite dei depositi e degli impieghi hanno una relazione positiva con la dimensione della popolazione comunale: per gli impieghi pro-capite si passa da 614 euro per i comuni con popolazione inferiore a 10.000 abitanti ad un massimo di 14.500 euro per i comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti; per i depositi il valore minimo è di 1.077 euro e quello massimo di 18.192 euro.

 

Il valore medio regionale del rapporto impieghi su depositi è del 76,6%. Il valore di tale rapporto è del 57% per i comuni con popolazione inferiore a 10.000 abitanti e di circa l’80% per i comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti.

 

Considerando poi la variazione di tale rapporto in termini di punti percentuali, tra il 2023 e il 2021, si osservano incrementi superiori a 10 punti percentuali solamente in 5 comuni. Il comune dove si registra il maggior incremento è Triggiano (+ 26,6 punti percentuali). Variazioni negative riguardano 37 comuni tra i quali Poggiardo registra la riduzione più elevata (-30 punti percentuali).

 

La serie storica 2017-2023 dei dati bancari è disponibile in formato aperto sul portale opendataipres al seguente link.

 

Fonte: Banca d’Italia (Bari)

 

 Esplora i dati utilizzando anche l’infografica tableau: 

INDICATORI BANCARI CON DETTAGLIO COMUNALE

 

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Lunedì, 27 Maggio 2024 13:11

Redditi IRPEF 2023. Dati comunali.

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In base ai recenti dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze, sono 2.611.086 i contribuenti IRPEF pugliesi nel 2023 (anno d’imposta 2022). Il reddito complessivo IRPEF dichiarato ammonta a circa 47,3 miliardi di euro (2,7 miliardi in più rispetto all’anno precedente, + 6,1%).

 

Il reddito medio per contribuente è di 18.125 euro (+ 5% rispetto al 2022), mentre il reddito medio pro-capite (rapportato quindi alla popolazione totale) è di 12.111 euro.

 

I contribuenti con un reddito IRPEF fino a 15.000 euro sono 1.287.704 (49,3% del totale), mentre i contribuenti con un reddito IRPEF superiore a 75.000 euro risultano 42.722 (1,6% del totale).

 

Posto uguale a 100 il totale dei redditi dichiarati nelle quattro classi dimensionali dei comuni, nei comuni superiori a 55.000 abitanti si concentra il 22,3% dei redditi superiori a 55.000 euro, mentre nei comuni fino a 15.000 abitanti si concentra il 10,3%.

   

Per quanto riguarda la distribuzione territoriale, 211 comuni pugliesi (pari all’ 82,1%) hanno un reddito pro capite superiore a 10.000 euro. Il comune con il reddito pro capite più elevato è Lecce (16.631 euro), seguito da Bari (16.218 euro); il valore più basso (7.902 euro) è quello di Alberona, in provincia di Foggia.

 

La serie storica dei redditi IRPEF 2015 – 2023 è disponibile in formato aperto sul portale open data a questo link.  

 

Fonte dei dati: MEF (MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE)

 

Esplora i dati utilizzando anche l’infografica tableau: 

 

Redditi IRPEF Puglia 2015-2023

In base ai recenti dati di Terna (aggiornati al 31 marzo 2024), in Puglia le richieste di connessione alla rete per impianti da fonti rinnovabili (Solare, Eolico on-shore e off-shore) sono pari a 1.341 (176 in più rispetto al 2023) che in termini di potenza equivalgono a 88,33 GW (+ 5,02 GW rispetto all’anno precedente).

 

Il 62,9% delle richieste riguardano la connessione all’impianto solare (equivalenti a 34,39 GW), il 34,2% si riferisce all’Eolico on-shore e il restante 2,9 % all’Eolico off-shore.

 

Lo stato delle richieste risulta così suddiviso (in base al numero e alla potenza): contratti (19; 0,67 GW), accettate (546; 38,73 GW), da accettare (153; 13,20 GW), in valutazione (287; 20,08 GW), con nulla osta (336; 15,65 GW).

 

Il maggior numero di richieste ricade nella provincia Foggia con 778 (equivalenti a 40,84 GW), a seguire vi è la provincia di Brindisi con 185 richieste (equivalenti a 13,71 GW). Entrambe hanno raggiunto la quota del 72% delle richieste riferite alla connessione dell’impianto solare (il 73,2% in termini di GW).

 

In coda vi è la provincia di Taranto con 97 richieste e 6,84 GW di potenza.

 

Le richieste per impianti eolici off-shore ricadono nelle province di Brindisi (7,22 GW), Lecce (6,14 GW), BAT (5,11 GW), Bari (4,42 GW), Foggia (3,48 GW) e Taranto (1,62 GW).

 

A livello comunale, le richieste di connessione si riferiscono al solare e all’eolico on-shore. Superano il valore di 2 GW in termini di potenza dell’impianto i seguenti Comuni: Lucera, Brindisi, Cerignola, Foggia e Ascoli Satriano (valore massimo di 4,5 GW). Il valore minimo pari a 0,01 GW di potenza dell’impianto è attribuibile ai Comuni di Sogliano Cavour, Carmiano, Calimera, Gioia del Colle e Villa Castelli.

 

La banca dati della Fondazione è stata aggiornata con questo nuovo data set in formato aperto che è disponibile sul portale dedicato a questo link.

 

Fonte dei dati: TERNA

 

Esplora i dati utilizzando anche l’infografica tableau:

 

-Mappa delle richieste per fonte GW a livello provinciale

-Mappa dei Comuni (Solare ed Eolico on shore)

 

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Nella Nona Relazione sulla Coesione nell’Unione, pubblicata il 27 marzo scorso dalla Commissione europea, la Puglia, insieme ad altre,  è indicata tra le regioni interessate da diminuzione della popolazione in età lavorativa e rallentamento del livello di istruzione terziaria.

La relazione sostiene che il calo della popolazione in età lavorativa impone strategie per l’incremento della produttività e dei tassi di occupazione, anche per superare la trappola dello sviluppo dei talenti.

A tale proposito, richiama le comunicazioni “Utilizzo dei talenti nelle regioni d’Europa” e “Cambiamento demografico in Europa: strumentario d’intervento”, per evidenziare la necessità di un mix di politiche strategiche che combini riforme e investimenti.

Tra gli indici demografici, quello che consente di evidenziare il ricambio tra popolazione attiva giovane e coloro che lasciano l’attività lavorativa per il raggiungimento dell’età pensionabile è l’indice di ricambio della popolazione.

Questo indice è calcolato come rapporto percentuale tra popolazione potenzialmente in uscita dal mondo del lavoro (60-64 anni) e quella potenzialmente in entrata (15-19 anni). Valori distanti dalla condizione di parità indicano una situazione di squilibrio; indici molto al di sotto di 100 possono indicare minori opportunità per i giovani in cerca di prima occupazione, mentre valori molto superiori a 100 evidenziano difficoltà a mantenere costante la capacità lavorativa di un territorio.

Si ricorre all’indice di ricambio anche per monitorare la congiuntura del mercato del lavoro: le nuove leve trovano opportunità occupazionali non solo in funzione dell’espansione dell’economia e della creazione di nuovi posti, ma anche in funzione dei posti che vengono resi disponibili da coloro che escono dal mercato del lavoro, soprattutto per motivi di età e di pensionamento. 

Al 2023, in Puglia l’indice di ricambio si attesta a 137,3 con un incremento di 14,6 punti rispetto al 2019 (122,6 punti). Secondo le stime ISTAT al 2024 l’indice di ricambio è pari a 142,5 (+5,2 punti percentuali rispetto al 2023).

A livello comunale, valori al di sopra del 100 si riscontrano in quasi tutti i comuni (252 su 257), mentre valori sopra 150 si riscontrano in 107 comuni. Il valore più basso si registra a Stornara (86,1).

Rispetto al 2019, solamente in 36 comuni si rileva una contrazione dell’indice di ricambio. I comuni interessati sono così distribuiti: 18 in provincia di Lecce, 11 in provincia di Taranto, 6 in provincia di Foggia e 1 in provincia di Bari. Incrementi al di sopra di 50 punti interessano 21 Comuni: 10 in provincia di Foggia,9 in provincia di Lecce, 1 in provincia di Taranto e 1 in provincia di Bari.

 I valori comunali dell’indice di ricambio e degli altri indici di struttura della popolazione per il periodo 2017 – 2023 sono disponibili nella dashboard della Fondazione indici di struttura demografica dei comuni della Puglia.

 

Il data set degli indicatori è disponibile in formato aperto sul portale opendataipres. 

 

Fonte dei dati: Demo.Istat,

 

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Il 29 marzo 20024 l’ISTAT ha pubblicato l’aggiornamento della serie storica degli indicatori demografici fornendo anche le stime al 2024 dei principali indici strutturali della popolazione: l’indice di dipendenza strutturale, l’indice di dipendenza degli anziani e l’indice di vecchiaia.

L’indice di dipendenza strutturale, denominato anche “carico sociale”, è il rapporto tra la popolazione in età non attiva (0-14 anni e 65 anni e oltre) e quella in età attiva (15-64 anni) moltiplicato per 100. Questo indice è la somma dell’indice di dipendenza degli anziani (rapporto tra popolazione di 65 anni e più e popolazione in età attiva (15-64 anni), moltiplicato per 100) e dell’indice di dipendenza dei giovani (rapporto tra popolazione 0-14 anni e popolazione in età attiva (15-64 anni) moltiplicato per cento).

L’indice del “carico sociale” è considerato una misura del grado di equilibrio/squilibrio tra le generazioni: valori superiori al 50% indicano che sulla popolazione in età attiva (15-64 anni) grava un “carico” economico e sociale potenzialmente difficile da sostenere. Secondo la classificazione delle generazioni fornita dall’ISTAT, la popolazione in età attiva è attualmente rappresentata da gran parte dei Baby boom 2 (i nati tra il 1956 e il 1965), dalla Generazione X (1966 – 1980), dai Millennials (1981 – 1995) e dai nati prima del 2008 della I-Generation (1996 – 2015).

Al 2023 il valore dell’indice di dipendenza strutturale in Puglia è pari a 56,5% (Mezzogiorno 55,6%; Italia 57,4%. Media UE 27 56,7). Nel 2024 l’indice sale a 56,9% (+2,6 punti rispetto al 2019).

Gli indici strutturali della popolazione sono utilizzati nelle analisi di contesto per la formulazione delle policy. Nel 2023 la Commissione Europea, nell’ambito del primo pilastro del Talent Booster Mechanism, ha lanciato un progetto pilota per aiutare le regioni a formare, attrarre e trattenere talenti. Per individuare le regioni target è stato utilizzato, insieme ad altri indicatori di contesto, l’indice di dipendenza degli anziani. La Puglia con un valore dell’indice pari a 37,3% (Mezzogiorno 35,8, Italia 37,8, EU 27 33,4) è stata inserita tra le 10 regioni pilota. Il valore dell’indice nel 2024 sale al 38,0%.

L’indice di dipendenza strutturale assume valori superiori al 50% in 212 dei 257 comuni pugliesi (82,5%); in 34 comuni supera il 65%. Il valore più alto in assoluto è quello del Comune di Celenza Valfortore (85%). Valori al di sotto del 50% si osservano solo in 10 Comuni; nei Comuni di Cellamare e Candela l’indice è pari al 44,4%.

Da un confronto con il 2019, si rilevano incrementi superiori a 9 punti percentuali in tre comuni: Poggiorsini (+ 9,1), Monteleone di Puglia (+11,2) e Celle di San Vito (+22,4) dove si registra l’incremento maggiore. Nello stesso periodo (cinque anni), l’indice del carico sociale diminuisce in 28 Comuni; nel comune di Monte Sant’Angelo si riscontra la contrazione più elevata (-16,2 punti percentuali).

I valori comunali dell’indice di carico sociale e degli altri indici di struttura della popolazione per il periodo 2017 – 2023 sono disponibili nella dashboard indici di struttura demografica dei comuni della Puglia.

Il data set degli indicatori è disponibile in formato aperto sul portale opendataipres

 

Fonte dei dati: Demo.Istat, Eurostat.

 

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Secondo gli ultimi dati forniti dalla Camera di Commercio di Bari, in Puglia al 31 dicembre del 2023 le imprese attive sono 330.332 ed il numero di addetti è pari a 1.007.431. Il settore economico con il maggior numero di addetti è il Commercio all’ingrosso e al dettaglio (21,7%); gli addetti del settore manifatturiero rappresentano il 14,4% del totale.

 

Da un confronto con il 2021 emerge una lieve contrazione, pari a -0,7%, del numero delle imprese attive, mentre il numero degli addetti registra un incremento del 6,4%; aumenta pertanto la dimensione media delle imprese.

 

Il numero delle imprese attive è aumentato in 86 Comuni, in due di essi di oltre il 12% (Celle di San Vito (+12,5%) e Isole Tremiti (+15,9%)). I capoluoghi con il numero delle imprese attive in crescita sono Brindisi (+2,8%), Taranto (+2,3%), Lecce (+1,1%).

 

Negli altri Comuni pugliesi (160) il numero delle imprese attive diminuisce: tra i capoluoghi, a Bari del -2,4%, a Foggia del -2,4%, a Barletta del -2,3%, ad Andria del -0,4% e a Trani del -0,3%; la riduzione più elevata si riscontra nel Comune di Faeto (-8,4%).

 

Nel settore manifatturiero, a livello comunale, il rapporto tra numero di addetti e popolazione moltiplicato per 10.000 assume valori superiori a 1.000 in 14 Comuni; il valore più elevato è del Comune di Surano (4.039), in 33 Comuni è inferiore a 100.

 

La banca dati della Fondazione è stata aggiornata con questo nuovo data set in formato aperto che è disponibile sul portale dedicato a questo link.

 

Fonte dei dati: Camera di Commercio di Bari.

 

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