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Pubblicazioni (161)

Sono rappresentate da monografie, rapporti, quaderni di ricerca o papers inerenti le tematiche di carattere istituzionale, economico, territoriale e sociale oggetto di studio da parte dell'Istituto.

L’Istat ha reso pubblici i dati relativi alle previsioni demografiche al 2043 dei comuni che superano i 5 mila abitanti ma su 257 comuni della Puglia, 88 hanno una popolazione inferiore a tale quota rimanendo fuori da tale rilascio dei dati. Al fine di allestire il data set completo delle previsioni demografiche, in collaborazione con l’Ufficio Statistico di Regione Puglia, la Fondazione IPRES ha acquisito i dati relati alle previsioni demografiche per tutti i 257 comuni di Puglia, per classi di età quinquennali, per genere e fino al 2043. L’analisi dei dati presentata in questa nota, che rappresenta uno studio propedeutico ad ulteriori approfondimenti da riservare a specifici ambiti di policy, è articolata per classi di età e genere, a livello regionale, subregionali e comunale.

Più di trentamila pugliesi ogni anno cambiano residenza scegliendo un altro comune pugliese. Il fenomeno è in crescita: erano circa 33.800 nel 2013 (8,3 per mille abitanti), sono risultati circa 38.400 nel 2022 (9,8 per mille abitanti). Con diversa intensità, sono coinvolti tutti i comuni della Regione.
In questa nota è illustrato il percorso analitico svolto per delineare il quadro dei principali flussi relativi ai cambi di residenza in entrata e in uscita, da e verso i comuni pugliesi. Le elaborazioni statistiche sono basate sui microdati ISTAT delle iscrizioni e delle cancellazioni anagrafiche degli anni 2013 e 2022.
Per ciascuno dei 257 comuni pugliesi, sono individuati l’intensità dei flussi in entrata ed in uscita, i comuni di provenienza e la rilevanza della correlazione con un ampio set di indicatori territoriali.
Giovedì, 11 Luglio 2024 10:17

La Puglia in Europa

La Nona Relazione sulla Coesione, pubblicata lo scorso mese di marzo dalla Commissione Europea, ha posto in luce che a 20 anni dall’allargamento dell’UE ai Paesi dell’Europa centro-orientale, il PIL pro-capite di tali Paesi è passato dal 52% della media europea al momento dell’adesione (2004) all’80% nel 2021; altri traguardi specifici sono stati colti in ciascuna delle aree di intervento.

Nonostante questi risultati, le politiche per la coesione sono ancora lontane dagli obiettivi ad essa assegnati, dal momento che oggi, nel Continente, più di una persona su quattro vive in una regione con il PIL pro-capite più basso del 75% della media europea.

Come è cambiato il posizionamento della Puglia nel contesto europeo nel 2000 – 2022? In questa Nota IPRES n. 7/2024, “La Puglia in Europa”, si presentano i dati Eurostat su prodotto, investimenti, occupazione e disoccupazione delle regioni meno sviluppate dell’UE insieme a quelli di fonte United Nations Data dei Paesi candidati all’ingresso nella UE.

Questa nota tecnica studia l'andamento del valore aggiunto registrato da quattro regioni italiane - due del Nord-Est (Veneto e Emilia-Romagna) e due del Sud (Campania e Puglia) - nelle ultime due decadi.
Nel 2000-2019 il valore aggiunto della Puglia ha un andamento stazionario (-0,2% in media annua) per poi registrare, nel periodo post Covid, un balzo superiore a tutte le altre tre regioni. 
Anche la produttività oraria è calata, in media del -0,4% all'anno, nel 2000 - 2019, per poi aumentare in media dell'0,4 nel triennio 2019-2021.
Lo studio pone in evidenza come le differenze nel valore aggiunto e nella produttività oraria tra le quattro regioni sono influenzate dalla struttura produttiva delle attività economiche e dalla struttura dimensionale per classe di addetti delle unità locali.
Infine, è realizzata una simulazione per stimare le variazioni del valore aggiunto della Puglia assumendo i valori della produttività oraria delle altre tre regioni.  
Venerdì, 17 Maggio 2024 18:07

I sistemi locali metropolitani

14 Sistemi Locali del Lavoro (SLL) italiani sono caratterizzati dalla presenza al loro interno del capoluogo della città metropolitana.
La Nota IPRES n. 5 propone una loro analisi comparata, basata sui dati dei “Risultati economici delle imprese e delle multinazionali a livello territoriale” pubblicati dall’ISTAT, che si propone di cogliere i caratteri distintivi delle città metropolitane nelle quattro macro-ripartizioni territoriali (Nord, Centro, Sud e Isole).
Le variabili considerate sono le unità locali, gli addetti, il fatturato, il valore aggiunto, le retribuzioni lorde, la popolazione residente.
Nel tempo, i dati messi a disposizione sono risultati sempre più dettagliati e ricchi di contenuti informativi. La serie di dati utilizzata è quella dal 2017 (anno di consolidamento delle variabili dei risultati economici) al 2021, ultimo anno disponibile.

 

Martedì, 14 Maggio 2024 11:54

La condizione giovanile in Puglia

Come segnalato dalla Comunicazione della Commissione Utilizzo dei talenti nelle regioni d’Europa”, richiamata anche nella recente Nona Relazione sulla Coesione, la Puglia è tra le 46 regioni europee imprigionate nella trappola per lo sviluppo dei talenti
Questa condizione è motivata dal fatto che, nel periodo 2015-2020, in tali regioni si è verificata una diminuzione sempre più rapida della popolazione in età lavorativa, con un numero basso e stagnante di persone con istruzione terziaria. 
In Puglia, nel periodo 2019 - 2022, l'aumento del numero degli occupati 15-34enni ed il miglioramento del relativo tasso di occupazione, ampiamente superiori a quelli registrati nel Mezzogiorno ed in Italia, è stato accompagnato da un calo della popolazione giovanile più ampio di quello registrato in Italia, con picchi più severi nella fascia di età 25-29 anni e nelle province di Brindisi e Lecce.
Quale è il giudizio che i giovani 15-34enni pugliesi esprimono del proprio lavoro? Quali sono gli stili di vita, i consumi, le aspettative?
Questa nota sulla condizione dei giovani pugliesi presenta prime analisi basate su un data set allestito con micro-dati forniti dall'ISTAT.

In Puglia sono insediate circa 4.000 Unità Locali di multinazionali a controllo estero e nazionale, per 94 mila addetti e 7,4 miliardi di euro di valore aggiunto, oltre il 20% del valore aggiunto e il 10% degli addetti regionali.

Dove sono localizzate? In quali settori operano? Nella Nota 3/2024 IPRES alcune analisi ed un confronto con la Campania, l'Emilia Romagna ed il Veneto con i dati dei “Risultati economici delle imprese e delle multinazionali a livello territoriale” rilasciati annualmente dall’ISTAT.

Quali sono le mete italiane ed estere dei pugliesi che cambiano residenza? Da dove provengono coloro che scelgono la Puglia come nuova residenza? 

La Nota IPRES n. 2/2024 risponde a queste domande analizzando i micro-dati Istat delle iscrizioni e cancellazioni anagrafiche del periodo 2002 – 2021. L’analisi dei movimenti intraregionali e di quelli extraregionali permette di individuare i comuni pugliesi, le regioni italiane e le destinazioni estere preferite dei pugliesi che cambiano residenza e le principali provenienze (altre regioni italiane e Paesi esteri) dei nuovi residenti pugliesi.

Lo studio aggiorna la nota tecnica pubblicata nel mese di gennaio 2023 che approfondisce il sub-investimento 1.1 “Potenziamento dei servizi e delle infrastrutture sociali della comunità” (.Componente 3, Missione 5 “Inclusione e Coesione” del PNRR).L’aggiornamento riguarda le assegnazioni finanziarie, la revisione delle domande dei progetti ammessi a finanziamento e dei progetti idonei, l’assegnazione delle anticipazioni del 10% dell’ammontare concesso. 

L’intervento oggetto della nota è stato definanziato in modo integrale con la rimodulazione del PNRR approvato, dopo alcune modifiche e prescrizioni, dalla Commissione UE il 24 novembre 2023 e dall’ECOFIN l’8 dicembre 2023. 

 

 

Dopo la caduta del muro di Berlino (1989) e la riunificazione della Germania, superato senza le paventate difficoltà il millennium bag, l’Occidente sembrava avviato ad una nuova belle époque, nella quale la globalizzazione avrebbe assicurato progresso e prosperità. 

In effetti, nell’ultimo decennio del secolo scorso e nel primo di questo millennio, a fronte di un aumento della popolazione mondiale pari a tre miliardi, il numero di poveri assoluti è crollato da due miliardi a circa 700 milioni. La globalizzazione ha quindi portato ad una crescita senza precedenti del globo.

Tuttavia, questa prospettiva si è presto rivelata molto fragile: prima l’attentato alle torri gemelle del World Trade Center (11 settembre 2001), poi le guerre in Afganistan (2001) ed in Iraq (2002), quindi le crisi finanziarie dei mutui subprime (2007-2009) e dei debiti sovrani (2010 – 2011) e, più recentemente, la pandemia da Covid 19 (2020), l’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa (24 febbraio 2022) e l’attacco terroristico di Hamas ad Israele (7 ottobre 2023), hanno svelato un cambiamento profondo degli assetti geo-politici globali, un “cambiamento d’epoca”.

In questa fase storica, l’Unione Europea guarda con rinnovato interesse al Mediterraneo ed al ruolo che l’Italia può svolgervi, per dislocazione geografica e potenziale economico. Unico tra i grandi Paesi fondatori con livelli di reddito ancora inferiori a quelli precedenti la crisi finanziaria del 2007-2009, e con un persistente divario territoriale interno, l’Italia è ora chiamata a gestire in modo consapevole il proprio ruolo in Europa e nel mondo.

Riforme e investimenti del PNRR, disegnati in piena crisi pandemica nell’ambito del NextGenerationEU, solo se inseriti in questa prospettiva storica, potranno avviare il processo di sviluppo necessario per scongiurare il rischio di una “uscita dalla storia”, che il calo demografico e la ripresa delle migrazioni interne mostrano incombente.

La tavola rotonda ha lanciato un appello, rivolgendosi in particolare alle classi dirigenti del Mezzogiorno: una “sveglia” a ritrovare coesione attorno ad una funzione del Paese, quale tramite tra l’Europa ed il Mediterraneo, a partire dai porti e dalle dorsali digitali. I fenomeni che presidiano la globalizzazione, nel porre in crisi le funzioni degli Stati nazionali, richiedono una innovazione istituzionale che, in adesione al principio di sussidiarietà, rinnovi i ruoli svolti sia dell’Unione Europea, sia dai Poteri locali.

Una visione del futuro del Paese già presente, in altro contesto storico, nel “meridionalismo storico” di Sturzo e Gramsci, che convenivano sulla vocazione unitaria dell’Italia, con il Nord “zona naturale di commercio e comunicazione, che si irradia nel centro Europa” ed il Mezzogiorno “ponte naturale verso Oriente ed Africa, centro economico e civile punto di riferimento degli scambi”.

L’iniziativa di cui questa pubblicazione raccoglie gli Atti, programmata da Mario de Donatis, Presidente della Fondazione IPRES, è stata realizzata il 13 ottobre 2023, dopo la sua scomparsa.

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